Introduzione a Kierkegaard
Videolezione su Kierkegaard e testi del filosofo sui concetti centrali attraverso cui si snoda la videolezione
VERITA’ ED ESISTENZA
Ciò che veramente mi manca è di capire me stesso, quello che devo fare, non quello che devo conoscere. [. . .] Trovare una verità che è verità per me, trovare l’idea per la quale devo vivere e morire. A cosa mi servirebbe dimostrare l’importanza del cristianesimo, poter chiarire molti singoli fenomeni, se esso non avesse per me stesso e la mia vita un significato più profondo? A cosa mi servirebbe che la verità mi stesse dinnanzi nuda e fredda, indifferente che io la conosca o meno, capace più di provocarmi un brivido d’angoscia che un abbandono fiducioso? Che cos’è la verità se non vivere per un’idea? (Kierkegaard, Papirer)
ESISTENZA E POSSIBILITA’
Di solito si dice che la possibilità è leggera perché si intende come possibilità di felicità, di fortuna, ecc. Ma questa non è affatto al possibilità; questa è un’invenzione fallace che gli uomini nella loro corruzione imbellettano per avere un’occasione per farsi importanti ai propri occhi. No, nella possibilità tutto è ugualmente possibile e chi fu realmente educato mediante la possibilità ha compreso realmente tanto il lato terribile quanto quello piacevole di essa. Quando si esce dalla scuola della possibilità si sa meglio di come un bambino sa le sue lettere che dalla vita non si può pretendere nulla e che il lato terribile, la perdizione, l’annientamento abitano a porta a porta con ciascuno di noi. (Kierkegaard, Il concetto dell’angoscia)
VITA ESTETICA E VITA ETICA
Chi vive esteticamente infatti non fa che vedere ovunque possibilità, queste costituiscono per lui il contenuto del futuro; mentre chi vive eticamente, vede dappertutto compiti. L’individuò dunque vede questa sua reale concretezza come compito, come scopo, come fine. Ma che l’individuo veda la sua possibilità come il suo compito esprime proprio la sua sovranità sopra se stesso, alla quale non rinuncerà mai, anche se d’altra parte non prova gusto nella sovranità del tutto indisturbata che è sempre del re senza regno. Questo dà all’individuo etico una sicurezza che a chi vive solo esteticamente manca del tutto. Chi vive esteticamente attende tutto da fuori. (Kierkegaard, Aut Aut)
HEGEL E ABRAMO
Per conto mio, ho impiegato gran tempo nello studio del sistema hegeliano, e credo anzi di averlo abbastanza capito. Sono persino tanto temerario da credere che, quando malgrado tutti i miei sforzi non arrivo ad afferrare il suo pensiero in taluni passaggi, ciò voglia dire che il mio autore non è abbastanza chiaro con sé medesimo. Io compio quello studio assai facilmente, in modo affatto naturale né esso mi dà il mal di capo. Ma, quando mi metto a riflettere su Abramo sono come annientato. Ad ogni istante i miei occhi cadono sull’inaudito paradosso ch’è la sostanza della sua vita. Ad ogni istante sono respinto indietro e, malgrado il suo appassionato accanimento, il mio pensiero non può penetrare quel paradosso neppur per un capello. Tendo ogni muscolo nella ricerca di una via di uscita. E, simultaneamente, sono paralizzato. (Kierkegaard, Timore e tremore)