Anna Frank e il nuovo precipizio del Novecento
(pubblicato su la Repubblica del 28/10/2017)
Una breve riflessione mi porta a ritenere che, in fondo, gli adesivi di Anna Frank con la maglia della Roma che sono stati attaccati a sfregio nella Curva Sud dello stadio Olimpico, in altri tempi, sarebbero stati molto più discretamente rimossi. Ma l’aria che tira in Italia e in Europa spiega a mio avviso l’episodio in questione e i contorni che sta esso sta assumendo: in Europa la partita socio-economica fra il popolo e il potere finanziario sta riprendendo la sua peggiore veste politica; quella dei ‘fascisti’ da una parte e degli ‘ebrei’ dall’altra. Non è tempo di pensare (lo scrivo da amante del calcio e dei colori giallorossi) a Roma, Lazio e ad altre stupidaggini del genere, è tempo di pensare. Quando saltano tutte le mediazioni della politica (fenomeno sempre più diffuso e allarmante dall’Italia, all’Europa agli Stati Uniti) se non si vuole rimanere schiacciati in un cieco procedere e ululare a propria volta, bisogna che si attivino tutte le mediazioni della riflessione. Ciò non ci preserva probabilmente da quello che deve accadere, la storia fa lei il suo gioco ineluttabile (come a un livello più alto la natura); ci preserva però almeno dal vivere una tragedia come attori (o, meglio, agiti) di una commedia. «E intanto passa stu noveciento» cantava Pino Daniele nella splendida melodia sostenuta dalla sapiente armonia della chitarra battente di Lazzari Felici; nel segno della disdetta, per i nuovi tempi che si sarebbero dovuti aprire, sembra fargli il controcanto la voce di Sting lì dove essa si leva per scandire quanto, appunto alla luce o, meglio, nel buio di questi primi due decenni del ventesimo secolo, sembra purtroppo un canto più che intonato … «History will teach us nothing».