Il respiro dell’intelligenza
(pubblicato su ”il Riformista” del 06/11/2008)
Caro direttore,
si apre oggi, con la vittoria di Obama, la speranza che il mondo, il “gigantesco animale che respira” di un antico filosofo, possa tornare a quell’attività aerobica che per anni sembra essere stata strozzata. E si apre la speranza per cui la sinistra possa confidare che le sue idee e la sua fisionomia si risollevino vivide fra la barbarie di un capitalismo senza intelligenza etica e politica e di un nazionalismo che sempre di più sconfina nel razzismo. Credo infatti che il compito esemplare più importante di fronte a cui il nuovo presidente degli Stati Uniti si trovi sia la capacità di rispondere al fenomeno epocale della globalizzazione con la politica che distingue i progressisti dai conservatori: l’indicazione della paziente e intelligente tessitura di un ordine che possa razionalizzare i fenomeni economici e sociali mondiali nel segno del cosmopolitismo; lì dove le destre pensano di poter rispondere con il ripiego individualista e nazionalista. Scrisse un filosofo che “la scorciatoia dell’intelligenza è la strada più lunga”: di fronte a Obama vi è questa strada e il lungo cammino dei neri, dai quartieri del South Side di Chigaco fino alla Casa Bianca di Washington, è forse la migliore tempra contemporanea per le nuove e urgenti sfide del mondo.