L’esame della Repubblica
(pubblicato su “il Riformista” online del 12/12/2009)
Caro direttore,
è ormai evidente come, in Italia, il confronto politico non si risolva più nell’ordinaria dialettica dei partiti all’interno di un quadro costituzionale condiviso; il passaggio a un vero e proprio scontro sulla concezione della costituzione e delle istituzioni è più che manifesto. Berlusconi ha tirato il dado e si accinge a passare il Rubicone; le forze costituzionali, da parte loro, sembrano aver intuito il pericolo e si preparano a serrare i ranghi. L’auspicio è allora che quest’ultima operazione, quella della compattazione del fronte costituzionale, passi dai gradi dell’intuizione a quelli dell’intelligenza. In questo senso, per ora, ci sembra di poter contare sul Presidente della Repubblica, innanzitutto, e, molto probabilmente, sul Presidente della Camera, sull’Udc e sul Pd. Sennonché non basta. Ci sono due importanti interlocutori, uno sociale e uno politico, ancora, a mio avviso, sul banco di prova: la Confindustria e l’Idv di Di Pietro. Quanto agli industriali c’è da augurarsi che non pensino che i benefici per l’economia di una politica temperata possano venire dalla soluzione della normalizzazione presidenzialista; invece, in merito a Di Pietro, l’auspicio è quello per cui egli non cada nella pretesa solipsistica di risolvere lo scontro sul terreno della via giudiziaria e giustizialista. Ognuno, a mio avviso, pena la responsabilità della sconfitta, dovrà mettere da parte le bandiere dei temi che lo caratterizzerebbero nel conflitto politico e sociale ordinario e capire che quelle bandiere non potranno essere più sventolate dopo l’instaurazione di una repubblica bonapartista. Ognuno è chiamato a mio avviso al suo esame di maturità: la borghesia italiana sul banco del suo profilo liberale di stampo europeo; l’opposizione dipietrista sul banco della politica; e, le forze che più sembrano avere chiaro il compito che ci attende, sul banco della più acuta capacità della mediazione politica e della cooptazione del consenso elettorale. Non è un compito facile quello della maturità del parlamentarismo italiano e però, di fronte a ognuno, ci sono due esempi illuminanti da cui tutti sono chiamati a raccogliere il testimone per il rilancio di una repubblica in cui la dialettica non sia mortificata e, per altro verso, sia cristallino il rispetto di un quadro condiviso: sono le biografie politiche che oggi rispondono ai nomi di Carlo Azeglio Ciampi e di Giorgio Napolitano.