Tira la coda a Elkann che ti dà pane e salam
Quello che è andato in scena ormai già qualche giorno fa, alla ricerca del tempo da perdere, è stato uno dei soliti tormentoni estivi che, tra l’altro, non è durato più di una settimana. Mi riferisco alla lettera di Elkann sul treno della discordia. O, meglio, della chiacchiera. Perché ormai siamo, direi, al consumismo della chiacchiera. Urla sospiri ed alti guai duepuntozero che si levano per una settimana sull’argomento gettato in pasto da certa informazione per ridissotterrare poi l’ascia di guerra su quanto vada di moda discutere la settimana dopo. Non so di che si starà oggi dibattendo fra una provocazione e l’altra ma proverò a dire un pensiero su quanto è successo la scorsa settimana. Anche a me, sinceramente, è capitato di viaggiare in treno con torme di ragazzini in preda al torpiloquio ed effettivamente fastidiosi come quelli descritti da Elkann. E non riesco a capire a chi, senza ipocrisie, non darebbero fastidio. Peraltro viaggiavano pure in prima classe e dunque non si trattava di gente che non abbia potuto beneficiare di una certa educazione e istruzione. Stessa razza dei figli di noti politici contemporanei. Perché il passo dopo il torpiloquio e la smodatezza verbale è l’offesa verbale e materiale ai soggetti più deboli fra cui, in molti casi, le donne. E allora il punto è che, se si deve rimproverare qualcosa ad Elkann, non è la descrizione che ha fatto e il fastidio che ha provato. Piuttosto lo si dovrebbe incalzare su come sia proprio il sistema economico che lui, e i suoi figli, esemplificano in modo paradigmatico e parossistico a creare la disumanizzazione dell’individuo contemporaneo: sia fra i più giovani sia fra più adulti. E, invece, lo psicopedagogismo adulatorio dentro cui si difendono i giovani a priori è a mio avviso tanto intellettualmente cafone, in chi produce idioti libri e promuove ormai esponenziali corsi di una pedagogia senza paideia per riceverne un po’ di pane e salame tra facili consensi esistenziali e benefici scolastici, universitari ed editoriali, quanto quei ragazzini. Con l’aggravante di costituire un’ideologia che occulta le cause materiali della disumanizzazione di giovani, adulti e anziani. Un caro amico e collega di italiano e latino, ormai stremato dalla piega che sta prendendo l’istruzione liceale oggi, già qualche tempo fa mi ripeteva spesso: «Amico mio, la logica aristotelica è in soffitta»; ecco, quanto a questa massiva ideologia psicopedagagica che occulta i processi reali che sono al fondo della disumananizzazione dell’individuo contemporaneo, e più giovane e più adulto, possiamo certo ben dire che in soffitta, insieme alla logica aristotelica, c’è finito pure il materialismo storico. E ogni concetto della filosofia e della letteratura ormai disattese e rinnegate proprio da chi dovrebbe mantenere a cuore gli strumenti per una visone critica dei processi reali di involuzione delle nostre società.
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Vedendo questo, e osservando gli uomini che allora si dedicavano alla vita politica, e le leggi e i costumi […] fui costretto a dire che solo la retta filosofia rende possibile di vedere la giustizia negli affari pubblici e in quelli privati, e a lodare solo essa. (Platone)
Dai Greci ai Police Il mondo dei filosofi Viaggio in Grecia