Inaferando Biblioteca Villa Leopardi
Inaferando Episode 3 Coloro che non si fermarono / Vi chiederei / Il balcone a petto alla natura
TESTI DELLE TRE POESIE
Estratte da Giuseppe Cappello, I canti della polis, Edizioni del Faro
COLORO CHE NON SI FERMARONO
Il fronte fra i campi del Belgio e della Francia
Vi cadde la gioventù dell’Europa
Quindi il secondo conflitto
Casa per casa arrivammo a farci la guerra
Fra i marciapiedi delle città il fronte globale
Abbiamo visto brandelli di uomo in una guerra che non è stata fredda
Il sangue nel sud est dell’Asia
Oggi fino sulle nostre tavole il campo minato
Seminata la terra di una chimica maligna
Le acque del più infido veleno
Attraversata l’aria da inganni sottili
Il fuoco del sole ci illumina della sua macchia più nera
La mano incosciente su un frutto del pasto
Scende la mina per il sangue e le carni
In un angolo sottocutaneo la conflagrazione
Le schegge esponenziali della metastasi
Vi cadono i fiori del Belgio e della Francia
Vi cade l’inglese e il tedesco
La generazione cosmopolita del figlio dell’Asia a New York
Ti chiamano, uomo, colui che guarda in alto
Ti ribattezzerà un antropologo alieno
Erano coloro che non si fermarono
VI CHIEDEREI
Vi chiederei se c’è qualcuno di voi che non preghi per un legno amico
Che non sia fra le onde del mare
Quando la domanda va fino dentro scopro la mia pelle più nera
L’odore della nafta che mi circonda tutto intorno
La salsedine che brucia la carne
La notte più buia di nero su nero
Vi chiederei se c’è qualcuno di voi che pensa veramente di riposare su una spiaggia dorata
Che non sia fra le onde del mare
Quando la domanda va fino dentro scopro la mia pelle più nera
L’umido freddo che attraversa le ossa
Una fame che sconquassa lo stomaco
La sete accerchiata dall’acqua salata
Gli occhi che cercano un braccio di vita
Vi chiederei se c’è qualcuno che non ha un ricordo di terra
Che non preghi per quel lembo natale
Quando la domanda va fino dentro scopro la mia pelle più nera
Il genitore che ho perso lungo strada
Il futuro che interroga il destino di mio figlio
Finanche quell’amore che credevo infinito
Vi chiederei in fondo qual è la pelle dell’uomo
Quando la domanda va fino dentro il bianco ed il nero scompaiono sul mio braccio
E solo il brivido che sale dall’anima io vedo
Dentro cui vi chiedo se non abbiate mai messo una preghiera di speranza
IL BALCONE A PETTO ALLA NATURA
Sul balcone scendeva la notte
E sui monti salivano le stelle
Fino a tutta la volta del firmamento
Fantasticavamo a petto alla natura
Fiabe sul cosmo
Fra gli odori del gelsomino
E dei tuoi gerani
Un pensiero si posava sui cipressi di fronte
Il Verano
E parlavamo del mistero dell’oltre
Della vita e della morte
Prima di ritirarci innaffiavamo le piante
In ispecie il papiro
Che vuole, mi insegnavi, molta acqua
Senza che uscisse fuori dal vaso
A cadere sul balcone dell’ottavo piano
E poi ancora giù
Ma qualche volte le acque esondavano
E in quel piccolo grondare sentivo
Gocce d’argento
La musica del cosmo
La musica in cui ancora mi parli
Fantasticheria a petto alla natura