Alessandro Quasimodo legge La danza dei cristalli
Alessandro Quasimodo, attore teatrale e figlio del Premio Nobel per la Letteratura Alessandro Quasimodo, legge la poesia di Giuseppe Cappello sulla scuola intitolata La danza dei cristalli (a seguire il testo scritto)
La poesia è contenuta nella raccolta poetica Dì d’infinito (Trento 2016) che si articola in tre libri; è presente nella seconda parte dell’opera in cui il canto poetico e la ricerca di senso si spostano dal rapporto con la figura femminile (Libro I) a quello con gli studenti nell’insegnamento della filosofia (libro II).
LA DANZA DEI CRISTALLI
Su di un volto abitava il dio
Inseguendo il bagliore dell’iride risalì poi fino alle sorgenti dell’anima
Lì dove l’intelligenza intesse il soffio vitale delle geometrie del discorso
Lo ascoltai, il dio, fra i toni di una voce
Fino a inseguire il suo volto nei lineamenti delle cicatrici dello spirito
Ora dimora nella classe il dio
Lì dove fende l’aria il fascio della luce del mattino
Fra i banchi e la cattedra
Fra i banchi e la cattedra si incontrano voci, movenze e sguardi
Danza di cristalli fra i cristalli
Del concetto che rapisce i cuori che battono nel ritmo degli IPod
Della pulsazione della fanciullezza nel concetto
Dell’attenzione a una prima timida parola
Della fiducia che si schiude nelle inquietudini dell’ultima fila
Della penna del primo banco che incide il quaderno per non perdere niente
Della riflessione con l’ironia
Delle menti e delle idee nei vortici del pulviscolo della luce del mattino
Scintilla di una lunga convivenza in cui nasce la letizia
Nutrimento delle anime con il sapore dell’eterno