Genova e i no ai funerali di Stato
(pubblicato su il Manifesto del 21/08/2018)
Si può e si deve certamente comprendere la decisione di quelle famiglie che hanno rifiutato i funerali di Stato per i loro cari: con le persone ancora sotto le macerie, gli esponenti del governo sono andati sul luogo della tragedia a inscenare la solita polemica ‘politica’. Di Maio, con disinvolta ipocrisia, ha dimenticato la posizione dei 5S sulla “favoletta” della Gronda e subito innalzato il vessillo di una improvvisata battaglia contro Autostrade per l’Italia. Tanto, per i suoi accoliti senza fissa memoria, non è importante quello che si farà realmente domani ma ciò che si può urlare oggi; domani sarà solo un altro oggi per urlare contro chissà chi, chissà che. Salvini, con un tweet nel pomeriggio della tragedia, non ha trovato ripugnante il dire che, a fianco della cattiva notizia di Genova, la giornata poteva contare su quella buona del respingimento di una nave di migranti a Malta. Ed ecco allora che non è difficile comprendere i molti dinieghi ai funerali di Stato né immaginare che il camion sull’orlo del precipizio sia la rappresentazione plastica di questo Paese; con la differenza che l’autista del camion ha avuto la saggezza di frenare e fare retromarcia. Cosa che non è ragionevole aspettarsi dalla classe dirigente di questo Paese e in ispecie dall’attuale governo nella sua alleanza senza colore di cinismo e improvvisazione.