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Home›Res Publica›Le albe e i tramonti dell’uomo

Le albe e i tramonti dell’uomo

By admin
giugno 15, 2018
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Ci sono due date storiche che ci aiutano a capire quali sia la dialettica all’interno della quale si muove la visione della vita associata dell’uomo: il 26 agosto del 1789, giorno in cui fu approvata, in Francia, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino; e il 10 maggio del 1933, notte in cui vi fu il rogo dei libri e di cui lo stesso Goebbels ebbe a dire che in un sol colpo veniva cancellato il 1789 in Germania. Così il 1789 rappresentò e rappresenta ancora, con i suoi ideali di libertà, uguaglianza e fraternità uno spartiacque storico; storico ma ancora prima di disposizione dell’animo umano con il suo conseguente atteggiamento nelle relazioni della vita associata. E’ chiaro che fra il giorno del 1789 e la notte del 1933 vi siano, proprio nell’animo umano, tutti i cromatismi di quelle ore che distinguono il giorno dalla notte. Le tonalità dell’albeggiare e dell’imbrunire. Le tonalità delle pubbliche albe e dei tramonti della vita associata; delle albe dell’individuo e dei suoi tramonti. Cosicché se oggi, in Italia, non possiamo dire ancora che ci si sia abissati nella notte dell’ora più buia è bene cominciare a pensare di unirsi per scongiurare che nel crepuscolo scintillino i roghi dell’anima; e adoperarsi piuttosto perché su di essa piuttosto rinasca la luce. La luce dell’Ottantanove. E proprio perché un altro Ottantanove, quello novecentesco, si è portato via gli idoli o i fantasmi della prospettiva sovietica e ci ha lasciati dentro lo spettro di un mercatismo totalizzante, non vi è più nessun ostacolo, alibi o diffidenza, se non piuttosto la necessità, a che i socialisti democratici, i cattolici democratici  e i liberali democratici si stringano insieme nella difesa dei diritti dell’uomo e del cittadino. Perché questo avvenga, a nostro avviso, un contenitore già c’è ed è, non per niente, il partito che si dice democratico. In questo momento, è vero, si dice democratico epperò il barometro della sua salute non ci dà buone notizie. Ma di fronte a chi in Italia, contro l’uomo e il cittadino, vuole la bestia e il suddito e verso questa direzione ha intrapreso la sfida simbolica di abbandonare 630 vite ad ogni tempo che segni il barometro del Mediterraneo, bisogna che ognuno si prenda la responsabilità di partecipare alla rinascita di una forza democratica unitaria in Italia. Ognuno con la sua storia e la sua sensibilità, le sue idee e le sue prospettive, con la sua critica, ma con la consapevolezza della co-appartenenza allo spirito dell’Ottantanove. Dei 17 articoli che prima nel sangue e poi nel pensiero scorrono in maniera irriducibile dentro ogni democratico: liberale, socialista o cattolico che sia. Che la dimensione del democratico è istanza antropologica; e solo poi la sua tonalità liberale, socialista o cattolica è declinazione dell’abito in cui portare quell’istanza. Stringiamoci a coorte e, per dirla col poeta, incontro al nemico facciamoci, «Congiunta esser pensando, / Siccome è il vero, ed ordinata in pria / L’umana compagnia, / Tutti fra se confederati estima / Gli uomini, e tutti abbraccia / Con vero amor, porgendo / Valida e pronta ed aspettando aita / Negli alterni perigli e nelle angosce / Della guerra comune»

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Chi è Giuseppe Cappello

Giuseppe Cappello è nato a Roma nel 1969.

Dopo gli studi classici si è laureato in Filosofia presso l’Università di Roma «La Sapienza».
Insegna filosofia e storia al Liceo.

Ha pubblicato diverse sillogie di poesia: "Le danze dell’anima" , "Il canto del tempo", "Il gioco del cosmo", "Scuola", "Dì d’infinito" e "Vita nuova".

Autore del libro "Viaggio in Grecia" e ultimamente anche di un CD musicale dal titolo "Days of Infinity".

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