Cucchi smaschera il demagogo Salvini
Solo qualche settimana fa, Salvini rilasciava questa dichiarazione: «La sorella di Cucchi mi fa schifo, si dovrebbe vergognare per quanto mi riguarda. Difficile pensare che ci siano stati carabinieri che pestarono quello lì per il gusto di pestare». Con l’uscita del film e poi con la confessione del carabiniere evidentemente ci ha ripensato; ha invitato la sorella di Cucchi al Viminale. Per fortuna lei ha risposto che non andrà fino a che Salvini non chiederà scusa a lei e alla sua famiglia. Non so se lo farà ma il punto è un altro. Salvini sa che, con il film e con la confessione, l’opinione pubblica si è compattata in favore di Cucchi. Che nelle periferie, dove ci sono i suoi voti, la gente si è esaltata contro le cosiddette ‘guardie’. Se non fosse stato solo un demagogo sarebbe andato per la sua strada, orrida ma coerente: Cucchi era solo un tossico e uno spacciatore e quelli che lo hanno pestato, avrebbe potuto limare il discorso, sono stati solo tre carabinieri che hanno sbagliato. Credo che lui in realtà pensi che Cucchi è solo un tossico e uno spacciatore e, se pure lo avessero pestato, «chissenefrega»! Ma ora non ha il coraggio né di dire questo né, limando un po’, di dire che Cucchi era tossico e quelli che lo hanno pestato sono stati solo tre carabinieri che sbagliarono. Si deve invece risintonizzare, sulla questione, con l’opinione pubblica; carpirne ancora il favore assecondadone l’umore. E allora cosa fa? Invita la sorella di Cucchi al Viminale. Che per fortuna gli ha risposto che se non chiederà scusa non andrà. In realtà, per me, Ilaria Cucchi non dovrebbe andare a prescindere dalle scuse o meno; perché credo che Salvini l’invito glielo abbia fatto solo con il fine dell’ennesima fotografia insieme da esibire alle sue periferie con i loro voti; come immagine, sulla sua pelle, di ricomposizione fra il mondo delle periferie e quello delle ‘guardie’. Se non fosse stato solo un demagogo avrebbe tirato avanti riaffermando quello che pensa: Cucchi era un tossico e uno spacciatore e, se pure avessero dovuto pestarlo, «chissenefrega»!