Polvere di stelle
In tutti questi anni ho avversato con vigore i 5S. Non perché pensassi che, a fronte del loro slogan, fossero disonesti ma perché ho sempre ritenuto che la loro cosiddetta onestà non fosse intessuta della spina dorsale e vitale del sapere. In questo giudizio non ho fatto altro che seguire uno dei maestri immortali di chi voglia occuparsi dei rapporti fra politica e conoscenza; cioè, in fondo, di politica. Non ho fatto altro che avere come stella polare un passo di Platone in cui Socrate dice a due aitanti quanto inavvertiti giovani: «Cari Simmia e Cebete, state bene attenti che l’unica moneta autentica, quella con la quale si devono scambiare tutte le cose, non sia piuttosto il sapere (phronesis), e che solo ciò che si compra e si vende a prezzo di conoscenza e con il sapere sia veramente coraggio, temperanza e giustizia e che, insomma, la virtù sia solo quella accompagnata dalla conoscenza». Così continuo a pensare, su questi neofiti e subalterni passi dei 5S al governo e in ordine a quella che mi sembra l’estrema unzione del Movimento, rappresentata dalla vicenda dello stadio da costruire a Roma, che i 5S non abbiano peccato di onestà. Piuttosto, ancora una volta, di conoscenza e sapere. E proprio perché ritengo che il fenomeno pentastellato sia veramente al suo epilogo sono convinto che almeno l’antipentastellismo ragionato possa e debba finire un minuto prima del pentastellismo. A non voler fare la fine di chi spara su un cadavere analogamente a quelli che cercano velleitariamente di rianimarlo e di dirci pateticamente che è vivo. Adieu les Enfants!