Genealogia e dialettica del pentacomunista
(pubblicato su il Venerdì di Repubblica del 22/06/2018)
Ciò di cui finora non sono mai riuscito a darmi contezza è la sbandata che molte persone di sinistra hanno preso per il M5S ed il grillismo fino al suo sincretismo con la Lega. Ma finalmente credo di esserne venuto a capo. Orfani scom-bussolati del PCI e più in generale del socialismo novecentesco, mi sembra che su di loro eserciti un certo appeal la critica che i sovranisti del nuovo millennio rivolgono al capitalismo. Che è ciò che rappresenta appunto la pars destruens del grillismo e più in generale dei movimenti populisti che aleggiano sull’Europa. Sennonché, poi, quando si vada ad esaminare la pars costruens di tali movimenti si vede che il nuovo spettro che si aggira per l’Europa non è quello dell’internazionalismo scientifico di Marx. Piuttosto, dentro ogni risposta con cui i novelli e presunti demolitori reagiscono al cosiddetto «turbocapitalismo» finanziario del terzo millennio, a me sembra di scorgere il fantasma del nazionalismo più retrivo. Nell’orizzonte dunque di una sintesi che, se nei suoi risvolti letterari può ricondurci fra le maglie della grande proletaria in movimento, nei risvolti politici ci sembra adombrare il maglio di quello che fu il socialismo nazionale. Un socialismo nazionale che, aperto il suo laboratorio in Italia, si compì poi nella terra e dentro quel sangue in cui, volendo la lingua che l’aggettivo vada prima del sostantivo, divenne il nazional-socialismo. C’è quindi da augurarsi che gli odierni riscopritori pentacomunisti di Marx impegnati a celebrarne il bicentenario della nascita non si ritrovino ad essere invece gli incosapevoli maieuti dei festeggiamenti per le ricorrenze centenarie del 1922 e del 1933. Non voglia il cielo che ciò accada e speriamo che chi potrebbe tacciarci di allarmismo abbia ragione ma in pochi giorni di governo (in cui i 5S si stanno dimostrando completamente subalterni alla Lega) l’Italia ha già dato cittadinanza in Europa alle dichiarazioni di guerra contro i diritti delle famiglie arcobaleno e a quelli di uomini, donne e bambini ad essere soccorsi in mare. Il passo dalla xenofobia e dall’omofobia a una più generale e diffusa homofobia è più breve di quanto non sembri.