I conti della serva
(pubblicato su il Riformista del 15/12/2008)
Immaginiamo che il cattolicissimo ministro dell’istruzione Gelmini abbia certo salutato con favore la decisione di Benedetto XVI di reintrodurre il latino nella liturgia. E, fino a qui, nulla da eccepire. Ci stupiamo invece che lo stesso ministro si appresti a riformare il liceo scientifico con una legge per cui proprio il latino sarà reso opzionale e di fatto escluso dal curriculum del suddetto indirizzo scolastico. Ci stupiamo e siamo preoccupati per i danni che produrrà questa decisione. Si dirà, certo, che il liceo scientifico deve privilegiare gli studi matematici e dunque l’esclusione del latino non inciderà sul corso degli studi stessi; bene, a questo discorso ci sembra di poter opporre esattamente il discorso inverso: senza il riferimento all’orizzonte umanistico, a cui il latino contribuisce notevolmente, la matematica, che è anche essa innanzitutto speculazione, finirà probabilmente per risolversi esclusivamente nella ragioneria. Ancora: molti scienziati hanno messo in evidenza come il procedimento per congetture e confutazioni che è proprio della ricerca scientifica faccia il calco alle congetture e alle confutazioni in cui si è impegnati quando si lavora alla traduzione di una versione di latino. Questi sono dunque gli appunti che ci permettiamo di rivolgere a chi si preoccupa di innalzare al meglio la sua preghiera nel tempio ma lascia nella scuola una cappella per il diavolo.