Amarezza tricolore
(pubblicato su “il Riformista” del 21/07/2009)
Caro direttore,
ieri non è stato certo un bel giorno per chi ha a cuore il Mezzogiorno d’Italia e non dimentica chi si è battuto eroicamente per conferire ad esso quella dignità che i suoi abitanti meritano e che la cultura mediterranea ha lasciato iscritta nella storia. La totale assenza dei più alti rappresentati delle istituzioni alla cerimonia di commemorazione di Paolo Borsellino brucia infatti come una ferita aperta e lascia, oltre allo sgomento, un senso di profonda amarezza. E non è solo un’amarezza emotiva. Per chi, infatti, nel regime della pseudocrazia che si è istaurato in Italia crede che i fatti abbiano ancora un valore, non è facile superare la percezione che il processo della costruzione di uno stato unitario sotto le insegne del diritto stia arretrando di giorno in giorno. Ogni giorno la Costituzione e il diritto statuale sembrano sempre più in difficoltà nello stringere sotto le stesse regole e gli stessi istituti l’insieme delle regioni italiane. E i soggetti più autorevoli delle istituzioni sembrano assecondare questo lento degrado. Mi dispiace dirlo, ma non si può in pochi giorni lasciare che il Nord istituisca le sue ronde e non andare di persona nel Sud a onorare la memoria di chi pensava che l’unica legge del Mezzogiorno dovesse essere quella della Costituzione. Lo dico sommessamente e forse da un cantuccio in cui non si vedono i più alti disegni della politica; ma, allo stesso tempo, con un profondo senso di amarezza. L’amarezza di chi vorrebbe il suo Paese unito e libero nel segno delle regole e degli istituti del diritto e lo vede invece scivolare pericolosamente sotto l’arbitrio delle ronde e delle cosche.