L’intelligenza macerata
Nel giro di due giorni abbiamo avuto a che fare con le notizie degli assassini di due ragazze. Una per mano ancora ignota ma certamente vilipesa nel suo corpo senza vita da un nigeriano; una per le coltellate di un italiano, un milanese addirittura. Nel primo caso, quello di Pamela, abbiamo sentito da una parte all’altra di ogni sorta di media i latrati di chi ci ha abituati alla più bieca demagogia xenofoba; nel secondo caso, quello di Jessica, da quegli stessi demagoghi si è piuttosto levato il fragore del silenzio. Ma, appunto, Pamela è morta o forse ‘solo’ vilipesa per la mano di un ‘negro’; Jessica per quelle di un ‘bianco’. Di un italiano – patria e soprattutto famiglia – che ha aspettato che la moglie uscisse di casa per rivolgere avance sessuali alla sua ospite che, rifiutandole, ha firmato la sua condanna a morte. Sì, in fondo, il pensiero nemmeno troppo sottaciuto dei demagoghi e dei loro seguaci è che, in questo caso, quello in cui a uccidere sia un italiano e la vittima sia una ragazza, una donna, forse in fondo si può andare a pensare che sia quest’ultima che possa aver girato nella casa in cui era ospitata in abiti succinti e provocatori; quando in mezzo invece ci sono i ‘negri’ le cose sono diverse. I latrati si levano da una parte all’altra. Fino a giustificare la stessa mano di chi ha impugnato una pistola e ha cominciato a sparare sui ‘negri’ appunto. Poco importa che non avessero a che fare niente con lo spacciatore di Pamela. O, meglio, vi avevano a che fare per il colore della pelle. Ed è la pelle quella che conta per i demagoghi e i loro seguaci. In fondo, se Pamela fosse stata uccisa, come è successo per Jessica, da un italiano (che intanto l’ha caricata su una macchina e l’ha indotta a prostituirsi al prezzo di una dose), per i demagoghi e i loro beceri accoliti, quella ragazza con i suoi problemi di eroina sarebbe stata solo una ‘tossica’. Se fosse stato Traini a sparare su di lei, i demagoghi avrebbero levato i loro latrati contro la ‘tossica’. Questo impariamo dall’odio che tracima dai cerberi che si erigono a difensori della patria: che nel loro mondo un ‘negro’ vale di meno di una ‘tossica’. O, nella ricerca di un’equazione della loro logica macerata, che gli italiani, quando si tratta di avere a che fare con il diverso, possono maturare il diritto al crimine. Questa è la promessa elettorale che paga più di ogni fandonia sull’abbassamento delle tasse. Meglio: questa è la promessa elettorale che ripaga la fandonia dell’abbassamento delle tasse. Ti pago pure, ‘pensano’ gli accoliti dei demagoghi, ma fammi sparare. Se non posso dire di no alla forte Europa di Bruxelles, per il debito pubblico che ho accumulato negli anni, fammi allora sparare sulla debole Africa, invasa e già violentata (a casa sua) negli anni del Duce. Questa in fondo è la quintessenza del fascismo e della sua congenere vigliaccheria qualificante: deboli con i forti, forti con i deboli. Che, una volta eliminati i ‘negri’, potrebbero diventare i ‘tossici’. E poi chissà ancora chi. Beh … Brecht ce lo ricorda: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. E’ questa la spirale perversa che precipita nella catastrofe sociale i popoli dall’intelligenza macerata.