Un popolo ha parlato
Chiarezza è stata fatta. L’umore economico, sociale e culturale degli italiani è venuto alla luce e ha trovato la sua adeguata manifestazione politica. Una manifestazione politica che si esprime plasticamente lungo l’asse continuo e omogeneo M5S/Lega. Non c’è più spazio per toppe e controtoppe di alambicchi politici. Per chi ha perso, che nel segno del rattoppo si è evidentemente mosso, ma nemmeno per chi ha vinto. Il M5S e la Lega ora dovranno prendersi le loro responsabilità rispetto al loro omogeneo elettorato. Anche per loro non ci sarà lo spazio dell’alambicco politico. Il mandato che gli è stato dato è chiaro e con chiarezza essi dovranno muoversi rispetto a questo mandato.
Un nuovo ‘spirito del popolo’, quello per cui i tedeschi hanno il nome più adatto all’espressione nel termine Volkgeist, ha parlato. E al M5S e alla Lega spetterà di dare la loro voce. In quello che è praticamente un unisono. I due progetti culturali, ancor prima dei programmi politici, sono fatti per incontrarsi. Quasi sovrapporsi. Ed è chiaro anche quali siano questi progetti culturali nelle due formazioni politiche. Innanzitutto la sfida all’Europa. Nel segno di quello che essa significa. Il bieco e furente nazionalismo contro un cosmopolitismo senz’anima e senza respiro. Appiattito sull’internazionalismo della finanza e la vessazione dell’individuo reale.
Ecco, questo individuo, la creatura oppressa (molto lontana dai tratti internazionalisti con cui l’ha disegnata Marx) ha preso la sua clava e ha rotto il salvadanaio di Bruxelles. Con i suoi conti, le sue ricette, i suoi risparmi, in una parola la sua austerity. Ricoperti appunto dal ‘volto buono’ di un evidente lifting cosmopolita che questa volta non ha pagato. Sennonché la battaglia non è che all’inizio. Perché è evidente che Bruxelles si presenterà all’appuntamento con il suo volto più duro. Abbandonerà anche essa la sua maschera e andrà alla guerra come si va alla guerra.
Ma intanto è suonata la campanella e io devo lasciare di scrivere per andare in classe a coltivare quello spirito di misura che è proprio dell’intelligenza. Schiacciata fra il l’illogica del mercato (la verità è il profitto) e l’illogica dell’uomo con la clava (la verità è terra, sangue e web). Ecco non si profilano orizzonti per i cultori della logica. Che purtroppo anche la sinistra non ha saputo interpretare; o, peggio, ha interpretato nel segno dei sofismi. E per questo è stata giustamente punita al di là del martirio dei suoi elettori di buona volontà.