Dall’anthropos all’androide
(pubblicato su la Repubblica del 5/08/2017)
Con l’estate, il fenomeno, di cui diremo in poche righe, si accentua certamente e maggiormente diventa visibile a chi voglia guardare. Con il continuo fotografare e girare video a portata di cellulare perdiamo la dimensione del vivere l’evento esterno così con il continuo esternare su facebook sempre a portata di cellulare perdiamo la dimensione di vivere l’evento interno. Cosicché il mondo e l’anima si ritraggono sempre di più da noi stessi in questa inconsapevole alienazione 2.0; la nostra memoria, in senso lato, finisce col risolversi nella memoria dei nostri cellulari. Una vera e propria mutazione genetica nel segno dell’evoinvoluzione dall’anthropos all’androide. Da chi, nel segno dell’etimologia greca, dovrebbe essere ‘colui che guarda in alto’, a chi, nel segno della sociologia contemporanea, è sempre più rivolto con lo sguardo in basso fisso sui suoi giga.