La danza dei cristalli
(Estratta da Giuseppe Cappello, Dì d’infinito, Aletti Editore)
Su di un volto abitò il dio
Inseguendo il bagliore dell’iride risalì poi fino alle sorgenti dell’anima
Lì dove l’intelligenza intesse il soffio vitale
delle geometrie del discorso
Lo ascoltai, il dio, fra i toni di una voce
Fino a inseguire il suo volto
nei lineamenti delle cicatrici dello spirito
Ora dimora nella classe il dio
Lì dove fende l’aria il fascio della luce del mattino
Fra i banchi e la cattedra
Fra i banchi e la cattedra si incontrano voci, movenze e sguardi
Danza di cristalli fra i cristalli
Del concetto che rapisce i cuori che battono nel ritmo degli IPod
Della pulsazione della fanciullezza nel concetto
Dell’attenzione a una prima timida parola
Della fiducia che si schiude nelle inquietudini dell’ultima fila
Della penna del primo banco che incide il quaderno
per non perdere niente
Della riflessione con l’ironia
Delle menti e delle idee
nei vortici del pulviscolo della luce del mattino
Scintilla di una lunga convivenza in cui nasce la letizia
Nutrimento delle anime con il sapore dell’eterno