Il controcanto di Pertini
(pubblicato su ”il Riformista” del 07/08/07)
Caro direttore,
lo scorso venerdi ho seguito, su Rai Tre, il documentario storico dedicato alla figura di Sandro Pertini. Dirò brevemente di due scene: all’intervistatore che, in una Milano del 1969, chiedeva a Pertini quale fosse la convinzione politica che lo aveva accompagnato in tutta la sua evoluzione di uomo politico il Presidente rispondeva perentoriamente come il credo socialista possa risolversi tutto nella convinzione per cui ”non vi è libertà senza giustizia sociale” insieme alla chiara consapevolezza che ”non vi è però nessun provvedimento di giustizia sociale che possa giustificare il sacrificio della libertà democratica”; e al bambino che, alle Fosse Ardeatine, gli chiedeva quale fosse stato il compagno di lotta che teneva più caro nel suo cuore altrettanto perentoriamente il presidente diceva: ”Antonio Gramsci”. Poche parole per le idee più care a cui dovrebbe guardare fermamente qualsiasi persona di sinistra: la libertà attraverso la giustizia e l’unità, pur nelle distinzioni, delle forze della sinistra. Così, in questi tempi, in cui i politici stilano punti e manifesti improbabili, annaspando nella ricerca di idee e di ideali che suonano spesso come parole vacue, la semplicità dell’antico partigiano e dell’amato Presidente si fa sentire ancora come il controcanto più utile, amabile e prezioso.