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Home›Res Publica›Il liceo fra gli Unni e la pseudoanalisi

Il liceo fra gli Unni e la pseudoanalisi

By admin
giugno 21, 2017
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(pubblicato su “il Fatto Quotidiano” del 21/06/2017)

Negli ultimi anni la scuola italiana è diventata terra di conquista delle figure e delle associazioni più improbabili. Un’invasione barbarica di corsi e controcorsi extracurricolari che non hanno altro effetto di sottrarre tempo alla didattica curricolare che sembra ormai oggi essere diventata lo scomodo accessorio dell’intero. In questo senso l’ultimo ritrovato strutturale è certamente la cosiddetta alternanza scuola-lavoro. Probabilmente utile negli istituti tecnici e professionali, non si coglie la sua valenza nei licei; se non quella appunto di togliere ore alla didattica curricolare e soprattutto di indebolire ancora di più il baricentro del senso scolastico dei ragazzi. Questi, ormai, sono alla mercé di un’attività sempre più extracurricullare e parcellizzata che gli impedisce una vera formazione concettuale che abbia come fine la persona e la sua intelligenza. In una parola la paideia. Ecco, quella di oggi, per sintetizzare con un’espressione che mi sembra rendere giustizia al fenomeno generale, è la scuola della pedagogia senza paideia. E la scuola dello psicologismo senza psiche. Questo è il secondo elemento terribile che a mio avviso sta minando nel profondo la solidità già molto precaria della scuola italiana. L’elemento della medicalizzazione sempre più diffusa degli studenti. Si moltiplicano sempre più i certificati che ne attestano bisogni educativi speciali (BES) e disagi specifici dell’apprendimento (DSA). Naturalmente non siamo qui a negare il fatto che possano esserci studenti con delle difficoltà oggettive ma a denunciare la sostituzione e l’aggiramento dello sforzo didattico con una epidemia di ipocondria collettiva. In fondo l’apprendimento è strutturalmente un disagio, quello del non sapere che deve lottare per venire a capo di sé stesso. E invece , certificati e controcertificati, che ormai non si negano più a nessuno, stanno risolvendo la figura dello studente in quella del paziente. In un cortocircuito di malintesa carità cristiana e pseudoanalisi freudiana. Insomma, una pedagogia senza paideia e una psicologia senza psiche sembrano sempre di più invadere le scuole italiane. Lì dove l’anima e i giovani erano il fine della filosofia, oggi sembrano più l’oggetto di un grande fenomeno di ospedalizzazione collettiva. L’agorà sembra sempre di più lasciare il posto al lazzaretto, l’agonismo all’agonia. Con il devastante risultato sociale per cui dalla scuola usciranno sempre di più ipocondriaci individui senza paideia; pronti all’unica alternanza a cui li mondo li aspetta: quella della manodopera a basso costo e del consumo ad alto rendimento.

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Chi è Giuseppe Cappello

Giuseppe Cappello è nato a Roma nel 1969.

Dopo gli studi classici si è laureato in Filosofia presso l’Università di Roma «La Sapienza».
Insegna filosofia e storia al Liceo.

Ha pubblicato diverse sillogie di poesia: "Le danze dell’anima" , "Il canto del tempo", "Il gioco del cosmo", "Scuola", "Dì d’infinito" e "Vita nuova".

Autore del libro "Viaggio in Grecia" e ultimamente anche di un CD musicale dal titolo "Days of Infinity".

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