PD/M5S Un governo di maturità nazionale
Pur riconoscendo l’importanza che i 5S hanno avuto nella rigenerazione di un’etica pubblica in Italia, sono stato poi sempre molto critico nei loro confronti. Per il sistema di reclutamento del loro personale politico, la democraticità interna del loro movimento, una certa improvvisazione quando sono passati ad avere delle responsabilità di governo locali e la chiusura a ogni forma di dialogo con il resto dell’universo politico e non solo partitico. Probabilmente però proprio queste caratteristiche dovevano essere fino ad ora lo scudo sotto cui tutelare la quintessenza della loro novità ed efficacia politica. Uno scudo dentro il cui ferro dovremmo anche annoverare il mantra post-ideologico per cui si dovrebbero dare per superate le categorie politiche di destra e di sinistra. Su tutta questa linea, lo ripeto, sono stato molto critico, pur da provato elettore di sinistra, del M5S.
Sennonché, con lo sguardo alle dinamiche dei cinquanta giorni intercorsi dalle elezioni e la tesaurizzazione della filologia istituzionale nonché della pazienza riflessiva che ci ha giustamente imposto il Presidente Mattarella, credo che sia giunto il momento di pervenire tutti a un momento di maturità nazionale.
Il 5 marzo, lo dico schiettamente, reputavo irricevibile e improponibile qualsiasi prospettiva di qualche sorta di alleanza fra il M5S e il PD. Sennonché oggi, nel giorno luminoso del 25 aprile, credo sia giunto il momento di onorare la Liberazione con i toni più risolutamente laici della riflessione. Credo che sia giunto il momento in cui se i 5S fossero pronti a individuare una persona autorevole a loro gradita ma terza, sul profilo di Rodotà, da indicare per la Presidenza del Consiglio e a dismettere l’ormai consumato mantra per cui destra e sinistra sarebbero categorie politiche superate, il PD e LeU dovrebbero a loro volta assumersi la responsabilità di intraprendere un serio percorso di dialogo con i pentastellati per dare un governo al Paese. Un governo di maturità nazionale.
Gli anniversari si onorano con il ricordo di ciò che fu ma anche con l’azione di ciò che, nel segno di quel ricordo, dovrebbe essere. In questa prospettiva tutti siamo chiamati all’esame di maturità democratica del 25 aprile per dare all’Italia ciò di cui essa ha un urgente bisogno; e, con l’Italia, la stessa longevità del M5S nonché l’auspicata rinascita da sinistra del PD.
Due problemi, quest’ultimi, che le direzioni dei due soggetti politici non dovrebbero sottovalutare già alla luce delle indicazioni delle elezioni del Molise i cui risultati possono essere l’allarme proprio quanto a uno sradicamento strutturale del PD dalla società italiana e a una pericolosa trasmutazione della cosiddetta ‘strategia dei due forni’ di Di Maio che lo potrebbe gettare nella situazione del famoso asino di Buridano. Quel simpatico ciuchino che, avendo a destra e a sinistra due cumuli di fieno esattamente equidistanti e di uguale grandezza, non si risolse mai a scegliere quello verso cui dirigersi e finì per morire di fame nella sua posizione.
C’è da auspicarsi che qualche saggio professore universitario di cui i 5S si sono circondati nella loro ricerca di ministri qualificati possa indicare al suo capo politico il sapiente pensiero di Leibniz secondo cui due entità esattamente uguali possono esistere solo nel pensiero ma giammai nella realtà. Una lezione che, inascoltato Leibniz, i 5S potrebbero dover imparare a caro prezzo ad eventuali elezioni politiche anticipate dove c’è da credere che gli Italiani, per non morire di fame, romperanno loro l’irrisolutezza del ciuchino e piegheranno in massa verso il cumulo sulla destra.
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