Il Leoncavaliere
(pubblicato su “il Riformista” del 24/05/2011)
Caro direttore,
nonostante i buoni propositi di cambiare i modi e i toni della campagna elettorale di Milano, il Pdl non sembra veramente in grado di andare oltre la sua pelle e, aggiungerei, il suo spirito profondo. Continua a presumere di seminare il terrore fra i Milanesi paventando il pericolo della zingaropoli e della islamopoli cittadine e, poi, soprattutto, lo spettro dei centri sociali. Sennonché tale spettro, quello di una Milano leoncavallizata, mi sembra che, a ben vedere, abbia maggiori possibilità di farsi abito reale del comune proprio in virtù delle misure della disperazione che una Moratti sempre più in confusione va annunciando sotto la podestarile potestà del buon Leoncavaliere. Il programma del Pdl, e di una Lega sempre più a rimorchio verso il fondo, non appare infatti altro che il programma di una liberalizzazione dell’anarchia: che altro sembra infatti, di fronte ai principi di un ordinario e ordinato vivere civico, il condono delle multe a chi ha infranto il codice della strada? Lo spezzatino di ministero alla romana che, in una botta di cosmopolitismo, si vuole sostituire alla etnica cotoletta alla milanese? E chi si stupirebbe se, nel prossimo venerdì di annunciate misure roboanti, oltre a un condono per gli abusi edilizi alla napoletana, non ci fosse l’annuncio di abbassare la maggiore età a sedici anni in modo da sollevare le famiglie milanesi dalla responsabilità dei propri figli; e, inserendo la retroattività della “legge”, magari anche il Leoncavaliere dalle sue responsabilità nei confronti di chi avrebbe potuto essergli nipote?