L’agenda Voltaire
(pubblicato su il Manifesto del 05/01/2013)
I trecento anni esatti che vanno dalla promulgazione del Bill of Right, nel 1689, alla caduta del muro di Berlino, nel 1989, sono gli anni in cui l’Europa è stata attraversata dal conflitto per l’affermazione del diritto naturale, congenere dunque ad ogni individuo in quanto tale, alla libertà. A partire dallo scontro fra la monarchia Stuart e il Parlamento inglesi e quindi proseguendo lungo il tormentato processo della Rivoluzione francese, del conflitto ottocentesco fra reazionari e liberali, fino a giungere, da ultimo, all’epocale resa dei conti fra i totalitarismi e le democrazie, la questione si pose in questi termini: da una parte chi voleva una società costituita intorno al principio della silenziazione delle individualità, dall’altra, chi si batté per una società della libera espressione delle individualità. Bene: di quale delle due idee di società e di Europa abbia prevalso attraverso i secoli della modernità è celebre testimonianza l’intuizione inglese della scrittrice Evelyn Beatrice Hall che, nel suo Gli amici di Voltaire, riassume così, in un baleno, il pensiero del filosofo francese e l’affermazione storica di un principio: “Non sono d’accordo con ciò che dici, ma mi batterò fino alla morte perché tu possa dirlo”; di quale, invece, delle due idee di società e di Europa debba prevalere nella contemporaneità e per le generazioni a venire, nell’auspicabile costituzione degli Stati Uniti di Europa, l’augurio è che chiunque salga oggi e in futuro ai nobili piani della politica abbia sempre presente l’Agenda Voltaire.