Prolet@ri di tutto il mondo … connettetevi!
In una breve telefonata con mio cugino, ho raccolto una sua riflessione sui limiti della forma di governo democratica. E’ un tema toccato fin dall’inizio del pensiero politico. Ne parla Platone e la questione arriva fino ai nostri giorni; dai più importanti filosofi del pensiero politico contemporaneo fino alla telefonata estemporanea in cui il mio caro cugino, senza disprezzo ma con una più consona ironia, se la rideva sulla bancarotta dei Cinque Stelle e poi rifletteva di come la pervasiva diffusione dell’istanza democratica ha ribaltato la stessa prospettiva della vita democratica. Sennonché i Cinque Stelle sono solo un epifenomeno di una più importante mentalità di una società in cui tutti credono di poter parlare su tutto. Hai voglia a riprendere e cercare di ragionare con Guido Calogero per cui la situazione base della democrazia non è il diritto a parlare ma il dovere di ascoltare. Chi potrebbe oggi fermarsi solo a meditare su questo pensiero? Fra una massa in cui la democrazia è intesa come lo ius (dicendi) omnium in omnia. Il diritto di tutti a dire su tutte le cose. Nel segno di ritorno insomma da uno stato civile a un hobbesiano duepuntozero stato di natura. Concludeva, il mio buon cugino, in questa sarcastica telefonata di mezza estate, che ormai la proletarizzazione della politica ha mostrato come vi è un fondo in cui la democrazia ha messo capo al suo proprio rovesciamento. Il fenomeno sembra piuttosto evidente e però, per quando mi riguarda, non scomoderei il termine proletariato. Per questa massa informe di gente che pretende di parlare di tutto su tutto in tutti i momenti, parlerei di cellulariato. Che se il proletario era l’individuo del popolo che disponeva come risorsa ultima della sua vita solo i figli, la prole, qui ci troviamo di fronte a una nuova antropologia per cui ciò che rimane del cosiddetto popolo non è altro che un’immagine di chi pensa di disporre del mondo intero (e non dispone di niente) semplicemente con l’acquisto, lo sfoggio e l’utilizzo compulsivo di un cellulare). Nell’imperativo psicotico che, nel parafrasare chi scriveva del proletariato, suonerebbe, con gran gusto delle fortune del capitale, così … prolet@ri di tutto il mondo, connettetevi!