Brexit … Star Bye Blue Sky
E così gli Inglesi se ne sono andati. La loro stella è caduta dal blu del firmamento europeo per declinare nel tramonto fra le strisce americane. Perché un tramonto? Perché vi è da pensare che questo giorno in cui l’Inghilterra ha smesso di guardare a Calais per rifluire nella risacca della foce atlantica dell’Hudson sia il giorno in cui si è definitvamente compiuto il destino del 4 luglio; le tredici colonie, rappresentate dalle strisce della bandiera americana, possono ben festeggiare, e avvolgere nelle correnti entro cui oggi sventolano, la metamorfosi della loro indipendenza dall’antica Madrepatria nella dipendenza con cui la senilità della stanca genitrice si affida al braccio filiale.
La stanca genitrice e il braccio filiale. Non solo il rapporto fra due Stati ma un nuovo rapporto entro cui lo Stato stesso viene pensato oggi a Occidente. Il rifluire inglese nella foce dell’Hudson è infatti il segno di chi, genitore della Magna Charta ed educatore del proprio figlio oceanico (così come dei fratelli minori d’Oltremanica) ai principi della sovranità della legge e della risoluzione del diritto in un sistema di istituzioni, proprio con il suo tramontare nell’ovest presidenziale, rappresenta il declino generale del parlamentarismo euroatlantico. Quel parlamentarismo che ha combattutto e sconfitto ogni forma di tentazione della risoluzione del diritto in una persona ma che oggi sembra cedere, proprio dentro le sue sponde, alle sirene cromwelliane dell’autocrazia.
Hegel pensava che il cosiddetto spirito del mondo procedesse da est verso ovest e certamente economicamente questo era già avvenuto con i primi anni del Novecento; sennonché se fino a ieri avevamo ancora una ragione per pensare che il parlamentarismo dovesse essere il visto da esibire per entrare ed uscire dal Regno Unito oggi abbiamo ragione di pensare che anche gli inglesi, cedendo il passo al loro temerario figlio, non saranno lì a chiederci dei rintocchi del Big Ben di Westminster. Il Mister, anche per loro, oggi, si chiama Donald ed è l’ultimo passo in cui nel volgere dello spirito verso ovest ancora si odono gli echi del Bill of Rights. Che poi c’è il Pacifico dove i Presidenti pare che non abbiano i vaccini dal virus della corona.