La globalizzazione: destra e sinistra
(pubblicato su ”il Riformista” on line del 04/05/2008)
Caro direttore,
nonostante rimanga convinto che la disfatta della sinistra italiana vada ascritta a una responsabilità del tutto specifica del gruppo dirigente del Pd e della Sa, credo che il crollo del partito laburista inglese debba indurre a una riflessione più ampia. Ritengo infatti che il significativo spostamento a destra degli elettorati europei sia dovuto a un voto investito nella difesa dal processo economico, sociale e culturale della globalizzazione: molto probabilmente, oggi, i partiti della destra, che rialzano i vessilli del protezionismo economico e del nazionalismo politico e culturale, rappresentano, agli occhi dei cittadini europei, l’interlocutore più credibile per la difesa dei loro mercati, dei loro territori e delle loro identità. E, su questo terreno, non credo che, alla lunga, la sinistra debba inseguire la destra: deve piuttosto fare appello alla sua vocazione progressista con cui spiegare ai popoli, anche con una lunga opposizione, che le distorsioni dei fenomeni storici non si superano con il ritorno al passato quanto piuttosto con la paziente razionalizzazione dei processi economici, sociali, politici e culturali nuovi.