Cosa ci insegna Marco Vannini
La vergognosa sentenza della ridicola pena inflitta agli aguzzini di Marco Vannini se ne porta dietro un’altra che è stata meno diffusa ma che è altrettanto grave: in provincia di Verona due ragazzi hanno dato alle fiamme una macchina in cui dormiva un senzatetto, Ahamed, di origine marocchine. Un uomo pacifico che aveva perso il lavoro ed era ben voluto da tutti gli abitanti del piccolo paese nel veronese. I due ragazzi, durante l’interrogatorio, hanno sostenuto che era solo uno scherzo; poi, il primo, di 13 anni, poiché non imputabile è stato rilasciato; il secondo, di 17 anni, ha trovato un altro giudice di quelli che invitano e minacciano i parenti delle vittime a ‘fare una passeggiata a Perugia’: nessuna pena ma solo un ‘periodo di prova’. Queste sentenze ci dovrebbero insegnare che non è questione di pelle ma che la giustizia e l’ingiustizia sono ormai relative alla posizione di forza che si occupa all’interno della società. Contro il più debole si può osare il più ardito e vergognoso sopruso: una lezione per gli xenofobi di tutta Italia; la lezione per cui il conflitto razziale è solo un strumento della politica per distogliere dall’unico vero conflitto che dà fastidio ai potenti, il conflitto sociale. E’ una riflessione elementare alla portata anche degli xenofobi riuniti d’Italia; una riflessione con la quale, oltre che il proprio cervello, essi onorerebbero pure la stessa memoria di Marco Vannini.