Rovescio canonico
(pubblicato su il Riformista del 30/05/2008)
Credo che ormai anche una ragione bene attrezzata sia in forte difficoltà nel tenere il passo a intendere le infinite vie dell’involuzione culturale e spirituale della Chiesa di Ratzinger. E’ fra lo sgomento che abbiamo letto infatti la notizia del diniego che la curia viterbese ha opposto, per “impotenza copulativa”, al matrimonio cattolico per un ragazzo paraplegico gravato dalle lesioni riportate dopo un incidente stradale. E lo sgomento e l’orrore sono aumentati quando abbiamo letto che la stessa curia ha fatto sapere che l’iniziativa del divieto è legata a una “una realtà che non dipende né da discrezionalità né dall’intenzionalità dei soggetti”. Vale a dire: non è l’iniziativa di un sacerdote che ha negato il matrimonio ma proprio un principio del diritto canonico. Di qui una riflessione e una domanda: dove ci porterà il corso della politica italiana che sembra sempre di più essere incline a fare del diritto canonico l’interlocutore naturale del diritto civile? E’ un fatto che, pochi giorni fa, il Presidente del Consiglio del governo italiano abbia detto che “l’attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa”. Bene, nella compiacenza del diritto civile al diritto canonico, finiremo per negare al giovane paraplegico anche il matrimonio in comune? Benedetto … benedetto sia l’altolà della costituzione europea a un cattolicesimo, lui sì, oggi, veramente paraplegico.