Stefani Cucchi e Ruby: due corpi e due misure
(pubblicato su “il Riformista” e su “l’Unità” del 20/11/2010)
Caro direttore,
ho appena ascoltato l’audio del giovane Stefano Cucchi che, in un primo interrogatorio dopo l’arresto, definiva le sue responsabilità in merito al possesso di stupefacenti. La voce di un ragazzo romano di periferia; una voce provata di chi, continuando con l’audio, chiedeva di essere assistito dal suo legale di fiducia e manifestava un malessere fisico le cui cause i magistrati stanno accertando. Uno degli ultimi soffi vitali di quel ragazzo, insomma, attraversava le corde vocali per chiedere quello che spetta a ogni cittadino che viva in uno stato di diritto; gli fu negato e così ora fa impressione sentire e risentire quel filo di vita che, tradito, ha abbandonato un corpo che ora riposa prematuramente in una tomba. Fa impressione e rabbia; una rabbia amplificata, se è possibile quantificare la moltiplicazione di un sentimento legato a un valore infinito quale è quello della vita che è stata negata al giovane Stefano, se guardiamo al destino di un altro corpo: quello della giovanissima Ruby. Anche lei era stata fermata dalla polizia per una denuncia di furto; sennonché non pensò di rivolgersi al suo avvocato di fiducia. Aveva addirittura il numero del Presidente del consiglio e ne approfittò: adesso, per fortuna, il suo corpo non è in una tomba né in una cella; lo abbiamo visto uscire da una Ferrari e iniziare il suo tour per le discoteche che se lo contendono a suon di euro; possiamo continuare ad ascoltare direttamente il soffio che la anima e le muove le corde vocali per giocare e scherzare come si conviene a una diciottenne come lei; forse non propriamente nel modo che più si conviene d’esempio per le diciottenni come lei. Un amara constatazione : forse se Cucchi si fosse scritto Cucchy anche Stefano sarebbe ancora vivo ma non è certo il vezzeggiativo della sensualità ciò che dobbiamo imparare dalla cultura anglo-sassone; piuttosto, e purtroppo per Stefano, il rispetto dell’Habeas Corpus e più in generale dello stato di diritto.