Bertone e lo scisma del terzo millennio
(pubblicato su “il Riformista” del 15/04/2010)
Ho appena letto le parole di Bertone per cui sociologi e psichiatri istituirebbero un nesso fra l’omosessualità e la pedofilia piuttosto che fra quest’ultima e il celibato. Un’idea che fa della ragione, anche nel suo esercizio più elementare, carne da macello. Innanzitutto, dunque, un’offesa ai sociologi e agli psichiatri. Quindi, ed è chiaramente questo quello che è più grave, ancora una volta, la Chiesa contemporanea, per espressione diretta di uno sei suoi più alti rappresentanti, non solo non scaglia lei la prima pietra ma addirittura la scaglia contro chi in questo caso è veramente senza peccato. Istituire un rapporto fra omosessualità e pedofilia è veramente, come dicevo prima, un insulto all’esercizio più elementare della ragione. Basterebbe, infatti, questo esercizio elementare per comprendere che il problema si pone in altri termini: è piuttosto manifesto che la repressione della crescita della sessualità dovuta al celibato fa sì che una certa parte del clero abbia un’età sessuale che non coincide con l’età anagrafica. Ed è per questo che, lì dove le maglie della rimozione psicoteologica mostrano i segni del cedimento rispetto alla pulsione naturale, il povero sacerdote si trovi a riuscire a esprimere la sua sessualità verso chi ha, in ordine alla sessualità, la sua stessa età. Questo mi sembra il problema. Un problema destinato ad aggravarsi sempre di più quanto più, di contro, la disinibizione sessuale, nella società contemporanea, investe le ragazzine e i ragazzini in un’età sempre più bassa. Immagino quale imbarazzo e inibizione il povero sacerdote, pastore di anime, debba oggi provare di fronte a una ragazzina o a un ragazzino che, come ci insegnano i sociologi e gli psichiatri, già a tredici-quattordici anni ha una provata abitudine al pascolo dei corpi. Ecco, allora, il corto circuito che investe la nostra società: lo scisma sempre più evidente dell’anima e del corpo. Quello scisma per cui il fenomeno sempre più diffuso delle cubiste tredicenni e dei tronisti poco più grandi è assolutamente complementare al fenomeno della pedofilia ecclesiastica. Perciò, se la Chiesa vuole riavvicinarsi ai giovani e riportali al linguaggio dell’anima deve, essa stessa, fare uno sforzo di maturità e riavvicinarsi lei al linguaggio del corpo. Invece di rifugiarsi nelle pseudoequazioni fra la pedofilia e l’omosessualità, cominci a ripensare in maniera adulta e articolata all’istituzione del celibato.