Europee 2014. Un voto di unità nazionale
(pubblicato su la Repubblica del 27/05/2014 e su la Stampa del 28/05/2014)
Credo che, volendosi interrogare su quanto è avvenuto appena ieri nell’urna elettorale, si possa dare un’asciutta spiegazione nell’ottica di un voto di unità nazionale in cui, in fondo, il 40 per cento degli italiani si è ritrovato su quattro cose: 1) basta conflitti, la priorità è uscire dalla crisi economica e cercare di ricostruire il lavoro; 2) è il tempo di rinnovare le strutture sclerotizzate e le usanze paleolitiche del Paese; 3) nel bene e nel male siamo Europei, con la consapevolezza che non siamo stati particolarmente virtuosi ma che, al tempo stesso, stiamo facendo i sacrifici e dunque ora, nel Continente, è giunta l’ora di parlare pure per noi perché, peraltro, al di là di ogni retorica, rimaniamo pur sempre l’Italia di Roma, Firenze, Venezia, Milano e Lampedusa; 4) per cercare di realizzare le tre cose appena dette la carta che abbiamo a disposizione è quella di Matteo Renzi e su questa, dunque, laicamente, sapendo che non si vive di palingenesi ma di riuscite e di passi falsi, giochiamo.