La Gelmini contromano
(pubblicato sui blog per la scuola di Manifesto, Riformista, Repubblica il )
Poniamo che l’avvocato Maria Stella Gelmini, ministro della Pubblica Istruzione, sia in buona fede: che pensi al ritorno del maestro unico, alla abolizione del tempo pieno, alla riduzione delle ore e degli anni scolastici negli istituti professionali, alla valorizzazione del merito di alcuni insegnanti, come a veri provvedimenti che riformino in senso positivo la scuola pubblica e, allo stesso tempo, razionalizzino le sue finanze. Bene, posta la buona fede sui fini della Gelmini e sui modi in cui ella ritiene di realizzare tali fini, il nostro parere è quello che il ministro mostra una scarsa conoscenza e, per questo, una totale inintelligenza di quello che è il mondo della scuola. Che esso abbia infatti bisogno di essere al centro di un progetto di riforma non vi è dubbio; e, da insegnante, dico che non vi è dubbio che questa riforma passi anche attraverso una razionalizzazione delle finanze. Sennonché i progetti della Gelmini perseguono queste strade contromano: ci dice per esempio, il ministro, sulla scuola elementare, che il ritorno al maestro unico tende a ristabilire una figura di riferimento per i bambini. Ci chiediamo: quale riferimento può costituire per i bambini una persona che, per l’articolazione del sapere contemporaneo, mostri fisiologicamente l’affanno nella corsa alla preparazione e alla spiegazione da una materia all’altra? non sono il possesso sicuro del proprio ambito didattico e la passione per le materie a cui si è tributato un intero corso di studi i requisiti che meglio possono presentare al bambino una vera figura di riferimento? Sulla riforma didattica diremo solo questo. Immaginiamo allora che, veramente, il povero ministro dell’istruzione sia alle prese con una effettiva necessità di razionalizzare le spese. Bene, su questo punto, non ci sembra allora che la Gelmini vada nella direzione, per cui non basta la buona fede ma serve l’approfondita conoscenza, di fare necessità virtù: insegno al liceo e sono da pochi giorni uscito da un iniziale collegio dei docenti in cui sono state spese cinque ore a discutere dell’approvazione di una miriade di progetti extracurricolari che costeranno allo Stato, solo per questo anno, più di centomila euro. Così, mentre i lavori del collegio procedevano, mi chiedevo: quanti soldi spende lo Stato se in ogni istituto investe centinaia di migliaia di euro per questi progetti extracurriculari? e quindi, volendo razionalizzare le risorse, più che al ritorno al maestro unico nelle elementari non sarebbe meglio un ritorno alla centralità dell’attività curriculare che ridia veramente un riferimento saldo ai ragazzi e non generi, oltre al fenomeno della dispersione scolastica, un diffuso fenomeno di dispersività scolastica? dispersività degli obiettivi e della concentrazione degli alunni ma anche degli obiettivi e della concentrazione dei professori? Sono punti interrogativi che rifluiscono in un punto interrogativo unico (ne sarà lieto il ministro): basteranno veramente alla Gelmini le sue buone intenzioni? Un filosofo diceva che “le intenzioni sono foglie secche che non hanno mai verdeggiato” e in questo senso avanzo le mie perplessità sull’azione del ministro a cui forse non manca la buona fede ma certo sembra piuttosto poco esperto della vita reale che di cui sono permeate le mattinate e i pomeriggi della scuola.